Riabilitazione Cardiologica: l’H.I.I.T. è il trattamento ottimale

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L’allenamento continuato a intensità moderata (MCT) è stato per molto tempo il gold standard per i soggetti con malattie cardiache per molti anni. Le attuali linee guida sulla riabilitazione cardiologica, consigliano sessioni di esercizio fisico di forza con intensità moderata al 50-85% (prevalentemente 70-85% della frequenza cardiaca massima – HR picco) o soglia anaerobica per portatori di malattie le cardiovascolari e insufficienza cardiaca. Tuttavia, forme più efficaci di esercizio fisico potrebbero essere proposte per migliorare la salute di queste persone. Diverse squadre europee e nord-americane, hanno adottato l’interval training ad alta intensità (H.I.I.T.), che sembrerebbe essere un potenziale intervento per rendere più efficace l’esercizio fisico in questa condizione. L’H.I.I.T. viene definito in generale come brevi periodi ripetuti di esercizio fisico (vale a dire, 10 secondi a 5 minuti), ad un’intensità che è maggiore della soglia anaerobica. Tra un esercizio e si alternano brevi periodi di lavoro a bassa intensità o riposo completo, e ciò consente un recupero parziale, ma non completo. Sebbene la valutazione dell’intensità dell’esercizio, varia leggermente secondo gli studi, viene generalmente indicato che una bassa intensità intende un lavoro inferiore al livello di soglia anaerobica (<45% del picco di VO2 o <80% di frequenza cardiaca a livello di soglia anaerobica), mentre un’intensità moderata è intorno al 50-60% del picco di VO2 o 50-75% di frequenza cardiaca, mentre l’alta intensità include un livello anaerobico sopra il livello di soglia anaerobica, ovvero si parla di 80-90% del picco di VO2 o 85-95% di frequenza cardiaca). Nel 2010-2014, diverse recensioni e meta-analisi su questo tipo di allenamento (H.I.I.T.) per queste patologie cardiache, spiegano la superiorità dell’allenamento H.I.I.T., soprattutto in soggetti con disfunzione dell’arteria coronarica. Le ultime prove sull’H.I.I.T., descrivono i suoi effetti anche sulla disfunzione diastolica del ventricolo sinistro, non trattata farmacologicamente.

La logica dell’uso dell’interval training ad alta intensità, è che consente periodi di riposo che rendono possibile lavorare per brevi periodi di tempo ad un’intensità più elevata. Questo sfida l’abilità di pompaggio del cuore, oltre quella possibile durante l’esercizio aerobico continuato. I meccanismi coinvolti nella superiorità dell’H.I.I.T. spiegano che rispetto all’allenamento continuato, vi è un aumento di attivazione del recettore-γcoattivatore-1α (PGC-1α), considerato il principale regolatore della biogenesi mitocondriale nei muscoli, correlato all’attività enzimatica di 5′-Chinasi proteica attivata da AMP (AMPK), che viene attivata proporzionalmente all’intensità dell’esercizio.

La ragione di questo miglioramento può essere spiegata dalla seguente sequenza di segnalazione intracellulare: ovvero lo stimolo muscolare dell’H.I.I.T. aumenta l’Attività AMPK nelle cellule muscolari. Ciò porta un incremento dell’mRNA PGC-1α, aumentando l’incremento nell’mRNA del mitocondrio (enzima di ossigenazione). Ciò aumenta l’ossigenazione mitocondriale (capacità aerobica). È anche ragionevole ipotizzare che essendoci uno stress da taglio maggiore nei pazienti trattati con questo allenamento (HIIT), ciò scatena maggiori risposte a livello cellulare e molecolare, portando a un parziale recupero dalla disfunzione endoteliale.

Hanssen et al. hanno recentemente riportato un altro motivo benefico. Hanno mostrato gli effetti acuti dell’Interval training sulla riflessione d’onda del polso. Anche se inizialmente era più in alta la pulsazione dopo H.I.I.T., l’indice di aumento a un valore frequenza cardiaca è diminuito nel periodo di follow-up di 24 ore, indicando effetti favorevole sulla riflessione ad onda pulsata rispetto a l’intenità continua e moderata. Ciò può comportare effetti sostanziali sulla rigidità arteriosa nella salute e nelle malattie cardiovascolari.

Ovviamente non tutti i soggetti possono essere sottoposti a questo allenamento. Per selezionare chi è in grado di sostenere questo trattamento, si suggerisce di valutare la funzione cardiaca e l’ischemia. Inoltre, si raccomandano, test da sforzo per valutare l’esatta tolleranza all’esercizio (Picco di VO2) e Picco di frequenza cardiaca prima dell’allenamento ad alta intensità. Sebbene l’allenamento moderato continuo sia stato il principale regime di allenamento raccomandato nelle linee guida per la riabilitazione cardiaca, l’H.I.I.T. ha dimostrato di essere più efficace per quanto riguarda effetti a breve termine, considerando gli adattamenti centrali e periferici.

BIBLIOGRAFIA

Shigenori Ito et al. Review of High-intensity Interval Training in Cardiac Rehabilitation” Intern Med 55: 2329-2336, 2016 DOI: 10.2169/internalmedicine.55.6068.

Bin Xie et al. “Effects of High-Intensity Interval Training on Aerobic Capacity in Cardiac Patients: A Systematic Review with Meta-Analysis” BioMed Research International Volume 2017, Article ID 5420840.

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Dott. Fabio Perna

Chinesiologo Clinico (Specialista in Esercizio Fisico Adattato). Aree di interesse: Osteoporosi - Cardiopatie - Recupero Motorio Post-riabilitativo - Rieducazione Posturale - Malattie Metaboliche (Diabete Mellito, Sindrome Metabolica, Obesità) Consulenza: dott.fabioperna@gmail.com

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